“Notturno” di G. Rosi
Per la poesia di scene senza tempo, e di immagini che trascendono la dimensione dello schermo per poi cristallizzarsi nell'animo dello spettatore. Per aver saputo raccontare lo spettro di guerre, che vivono nel rumore degli spari, nei bagliori lontani delle esplosioni, nei racconti dei bambini, nei pianti delle madri. Per averci mostrato come la crudeltà e disumanità della guerra lasci segni e ferite anche nella più semplice quotidianità. Per aver scavato nei nostri cuori attraverso la potenza devastante della sua straordinaria fotografia e aver riportato l’attenzione su una realtà e un conflitto ormai dimenticato e abbandonato dai media.