Pomeriggio ARCA
Pomeriggio all’insegna di riunioni per i ragazzi ARCA: le due giurie si riuniscono per assegnare i premi ARCA CinemaGiovani, la giuria internazionale premierà il miglior film “in concorso” mentre la giuria italiana premierà il miglior film italiano, di qualunque sezione della Mostra.
La troupe del workshop di regia, invece, è al completo e si prepara ad una lunga sessione notturna di riprese.
Domani, ore 17.30, premiazione ARCA CinemaGiovani.
CONTROCAMPO ITALIANO: The winner is…
Cerimonia di premiazione, questa mattina, per la sezione ‘Controcampo italiano’ che dallo scorso anno premia le nuove tendenze del cinema italiano.
La giuria, presieduta da Valerio Mastandrea, con Susanna Nicchiarelli, vincitrice della scorsa edizione col suo “Cosmonauta” e dallo studioso di cinema Dario Edoardo Viganò, premia il film di Aureliano Amadei “20 Sigarette” che racconta la storia personale del regista, unico sopravvissuto all’attentato di Nassiriya.
La motivazione è la seguente: ''La densita' del racconto ha il ritmo di una verita' che, oltre ogni pregiudizio, diviene personale storia in cui si intersecano, con intelligenza e non senza qualche venatura di ironia, gli elementi dell'esercizio di liberta'. Liberta' dal proprio vissuto per inseguire un sogno, liberta' dai propri pregiudizi per incontrare le persone, liberta' dal proprio dolore per non indurre lo spettatore a sguardi prestabiliti''.
Il film vince inoltre una menzione speciale al protagonista Vinicio Marchioni.
LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI: noia a Venezia

Questa mattina viene presentato alla stampa l’ultimo film italiano in concorso: “La solitudine dei numeri primi”, tratto dal best-seller di Paolo Giordano e diretto da Saverio Costanzo il film vorrebbe raccontarci l’amore di Alice e Mattia, la cui vita scorre parallelamente senza mai toccarsi.
In pratica il film ci racconta la storia di due persone disturbate che sfogano fisicamente il loro dolore interiore e che “vorrebbero ma non possono”, non possono a tal punto che preferiscono non fare nulla e lasciare lo spettatore nel vuoto cosmico di una sala buia a riflettere sui temi più disparati: da “dove vado a mangiare finito il film?” a “stasera che festa c’è?” a “che ore sono?”, da “che ore sono? Ancora!??!?” a “quanto dura il film? Oddio..”
Protagonisti sottotono, sceneggiatura alienante, regia inutilmente e fintamente virtuosistica, unica gemma: le musiche di Mike Patton unite a temi presi da Dario Argento, a cui il regista più di una volta strizza l’occhio.
Se si vuole chiamare “rappresentazione della solitudine” il vuoto totale di azione e dialogo e “psicologia dei personaggi” la mancata espressione di qualunque sentimento, continuiamo pure col dire che il 38enne Massimo Coppola è un GIOVANE esordiente.
Pioggia di fischi alla fine della proiezione e alla comparsa del logo ‘Medusa’ all’inizio del film.